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Editoriale
Dreamtimedancemagazine, redazione nata in una periferia milanese in cui abbiamo la nostra sede operativa. Siamo cresciuti come una redazione giovane, diversa e indipendente, per viaggiare nel mondo della danza e di molto altro, dal balletto al contemporaneo, dal teatrodanza al mixability. Un magazine edito dall'Associazione Culturale Vi.d.A., produttore del Festival Internazionale Dreamtime: danza senza limiti, che della Mixed Abilities Dance ha fatto la sua bandiera. Il magazine si avvale della collaborazione di affermati professionisti, nuove leve, sguardi molteplici sul complesso mondo della danza. Paola Banone, direttrice del festival Dreamtime, coordinatrice del magazine, ricercatrice, da tanti anni compie un lavoro mirato sul mixability e sulla relazione tra danza e sociale.
Direttore del magazine è Claudio Arrigoni, giornalista sportivo e commentatore dello sport paralimpico per Rai e Sky; testimonial dell'intera operazione è Anna Maria Prina, ex direttrice per 32 anni Scuola di ballo del Teatro alla Scala, personalità di spicco della danza italiana, coinvolta dal settembre 2011 nel lavoro con la Cie MixAbility Dreamtime.
25/02/2016
Interviste-Video Interviste

Rebecca Bianchi

Aldo Sancricca ha realizzato questa intervista alla neo prima ballerina dell'Opera di Roma

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Decido di fare un’intervista del tutto insolita a Rebecca Bianchi, neo Prima Ballerina del Teatro dell’Opera di Roma. Tra i suoi mille impegni di mamma ed artista, optiamo per una lunga telefonata in cui lei, con il tono solare e la delicatezza che la contraddistingue, mi racconta il suo percorso, dai primi passi di bambina alla bellissima ballerina che è diventata.

Come è iniziata la tua avventura professionale?
“A sette anni mi sono iscritta in una scuola di danza del mio paese, Casal Maggiore in provincia di Cremona, e dopo qualche anno la mia insegnante mi consigliò di sostenere l’audizione alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, di cui sinceramente non sapevo nulla. Avevo dieci anni quando fui ammessa. Mi promisi di rimanere solo per il mese di prova e poi avrei fatto ritorno a casa. E’ stato traumatico per me, a quell’età, lasciare la mia famiglia; vivevo giornalmente nel timore che non ce l’avrei fatta e con la certezza che prima o poi sarei stata sopraffatta dalla nostalgia. Col tempo invece, tra soddisfazioni, amici e la passione, che man mano cresceva, quel posto è diventato una seconda casa e ci sono rimasta per ben otto anni, fino al diploma.”

Che ricordi hai del periodo trascorso alla Scuola di Ballo?
“Ho collezionato tanti bei ricordi, anche perché ogni anno di corso è stato diverso. Si può dire che lì sono cresciuta come ballerina e come donna. Non posso certo nascondere che sia stato un percorso estremamente duro, ma le soddisfazioni non sono mancate. Guardando al passato con gli occhi di oggi, ricordo quanto sia stato difficile, in particolare nei primi anni, abituarmi al rigore richiesto da una scuola di quel livello. Il sesto corso è stato un periodo particolarmente critico poiché non mi sentivo sicura e appoggiata, con la sensazione che da un momento all’altro gli stessi amici o insegnanti potessero improvvisamente voltarti le spalle. Però, non appena ho iniziato ad essere apprezzata per gli spettacoli con il corpo di ballo e ad essere scelta in ruoli solistici, il senso di realizzazione e appagamento e l’orgoglio di far parte di quel mondo hanno fugato ogni timore.”

Come sei arrivata al Teatro dell’Opera di Roma?
“In realtà è stato del tutto casuale. Dopo il diploma mi ero prefissa di fare esperienze all’estero, però al tempo stesso, non volevo precludermi nessun tipo di possibilità in Italia. Decisi così di fare l’audizione all’Opera, allora diretta da Carla Fracci. Ho avuto la fortuna di essere chiamata subito e tutto sommato sono felice di aver fatto questa scelta: qui ho incontrato mio marito e ho avuto la possibilità di interpretare ruoli solistici malgrado fossi appena diplomata. Nonostante tre cambi di direzione (Fracci, Van Hoecke e Abbagnato) e due gravidanze, il mio percorso all’interno del Teatro è stato un crescendo, culminato con la nomina a Prima Ballerina durante Lo Schiaccianoci di Giuliano Peparini.”

Indubbiamente, la direzione di Eleonora Abbagnato è caratterizzata da una forte impronta innovativa. Qual è la tua opinione in merito?
“Fin dall’inizio di questa stagione ci sono stati diversi cambiamenti all’interno del Teatro. Sul piano oggettivo, le condizioni lavorative, le produzioni e l’organico sono migliorati: piccole cose che fanno la differenza e di cui la nostra compagnia aveva immensamente bisogno. Personalmente, le sono riconoscente per la nomina a Prima Ballerina: è proprio grazie alla stima ed alla fiducia che ripone in me e nelle mie potenzialità, che sono cresciuta a livello artistico.”

A proposito di crescita, quanto ha influito l’essere mamma e moglie nel tuo percorso?
“Diventare mamma così giovane ha acuito il mio senso di responsabilità: ora concepisco la vita in modo più altruistico. Ho imparato ad ottimizzare il poco tempo a disposizione e affronto ogni sfida diversamente rispetto a prima. Inoltre, avere al mio fianco un marito ballerino è per me molto importante. Condividiamo praticamente tutto: il suo appoggio ed i suoi consigli sono preziosi, avvalorati dal fatto che il suo giudizio è limpido, privo di complimenti gratuiti o di quella invidia che talvolta sottende ai rapporti tra colleghi. Ad esser sincera un mio sogno nel cassetto è infatti quello di ballare un giorno con lui visto che fino ad ora non abbiamo avuto occasione. Devo molto a mio marito ed ai miei bimbi: il loro amore e supporto costante sono stati decisivi in tanti momenti.”

Visto che un sogno nel cassetto ce l’hai già confidato, qual è il balletto che più desideri interpretare e in che ruolo? “Sicuramente Marguerite Gautier ne La Dame aux Camélias di John Neumeier: credo che le mie capacità artistiche si adattino bene al suo stile. Amo le sue coreografie e la sua attenzione verso l’aspetto interpretativo, che è una delle prime cose che noto e che mi colpisce in un danzatore. Per questo, fin da bambina, ho avuto una grande passione per Alessandra Ferri.”

Si ringrazia per la concessione delle foto Yasuko Kageyama (Rebecca Bianchi e Michele Satriano ne Lo schiaccianoci).


Aldo Sancricca