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Dreamtime Dance Magazine
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Direttrice Editoriale: Paola Banone Fotografo: Franco Covi
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Editoriale
Dreamtimedancemagazine, redazione nata in una periferia milanese in cui abbiamo la nostra sede operativa. Siamo cresciuti come una redazione giovane, diversa e indipendente, per viaggiare nel mondo della danza e di molto altro, dal balletto al contemporaneo, dal teatrodanza al mixability. Un magazine edito dall'Associazione Culturale Vi.d.A., produttore del Festival Internazionale Dreamtime: danza senza limiti, che della Mixed Abilities Dance ha fatto la sua bandiera. Il magazine si avvale della collaborazione di affermati professionisti, nuove leve, sguardi molteplici sul complesso mondo della danza. Paola Banone, direttrice del festival Dreamtime, coordinatrice del magazine, ricercatrice, da tanti anni compie un lavoro mirato sul mixability e sulla relazione tra danza e sociale.
Direttore del magazine è Claudio Arrigoni, giornalista sportivo e commentatore dello sport paralimpico per Rai e Sky; testimonial dell'intera operazione è Anna Maria Prina, ex direttrice per 32 anni Scuola di ballo del Teatro alla Scala, personalità di spicco della danza italiana, coinvolta dal settembre 2011 nel lavoro con la Cie MixAbility Dreamtime.
28/09/2015
Recensioni-Altre

Sopra di me il diluvio

Enzo Cosimi a MilanOltre

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La 29° edizione di MilanOltre Festival non smette di stupirci. Dopo la vibrante Virginie Brunelle - danzatrice e coreografa francocanadese - e la Compagnia de soi di Radhouane el Meddeb, il 26 settembre è toccato a Sopra di me il diluvio di Enzo Cosimi: una riflessione in danza sul mondo in cui viviamo, sulla natura e sul nostro sentire. Uno scenario apocalittico e dal forte impatto sensoriale ha accolto il pubblico in sala.

Due poltrone sparse nello spazio scenico, un piccolo televisore, fumo pumbleo e tante riproduzioni di ossa: con questi elementi l'unica protagonista, Paola Lattanzi, ha condiviso la scena dando corpo ad una danza scattante e asciutta, dall'energia maschile a tratti eccessiva, i cui movimenti apparentemente semplici riconducono alla complessità di un lavoro sulla “presenza scenica”, sull'atto performativo, sulla percezione del sistema nervoso a discapito di quello muscolare.

Un viaggio tribale, un confronto tra le epoche dell'umanità, tra l'uomo contemporaneo e la natura che la protagonista interpreta nel suo essere Eros, forza primigenia e vitale, dea animale che marca, osserva e difende il proprio territorio, e nel suo essere capo tribù di oggi che guarda ad un paesaggio arcaico come l'Africa, da cui emerge un mondo di speranza nonostante le violenze e i continui massacri subiti.

Le musiche di Chris Watson, Petro Loa e Jon Wheeler accompagnano accuratamente questi contrasti emotivi, insieme alle luci e agli effetti di Gianni Straropoli e ai video di Stefano Galanti dove immagini di un'Africa lontana e piene di speranza, appunto, si espandono dal piccolo televisore al centro della scena al film proiettato sullo sfondo. La figura di un bimbo innocente, pacato e pacifico, si contrappone alla danza violenta e rabbiosa della protagonista in scena. Un contrasto che diventa metafora della continua lotta tra il bene e il male dove, a volte, l'umanità arriva al limite dell'animalità.


Salvina Elisa Cutuli