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Editoriale
Dreamtimedancemagazine, redazione nata in una periferia milanese in cui abbiamo la nostra sede operativa. Siamo cresciuti come una redazione giovane, diversa e indipendente, per viaggiare nel mondo della danza e di molto altro, dal balletto al contemporaneo, dal teatrodanza al mixability. Un magazine edito dall'Associazione Culturale Vi.d.A., produttore del Festival Internazionale Dreamtime: danza senza limiti, che della Mixed Abilities Dance ha fatto la sua bandiera. Il magazine si avvale della collaborazione di affermati professionisti, nuove leve, sguardi molteplici sul complesso mondo della danza. Paola Banone, direttrice del festival Dreamtime, coordinatrice del magazine, ricercatrice, da tanti anni compie un lavoro mirato sul mixability e sulla relazione tra danza e sociale.
Direttore del magazine è Claudio Arrigoni, giornalista sportivo e commentatore dello sport paralimpico per Rai e Sky; testimonial dell'intera operazione è Anna Maria Prina, ex direttrice per 32 anni Scuola di ballo del Teatro alla Scala, personalità di spicco della danza italiana, coinvolta dal settembre 2011 nel lavoro con la Cie MixAbility Dreamtime.
01/12/2015
Reviews-Others

Giselle al Teatro Comunale di Vicenza

Royal New Zealand Ballet

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Sabato 28 Novembre al Teatro Comunale di Vicenza è andato in scena il balletto Giselle nella versione di Ethan Stiefel e Johan Kobborg con il Royal New Zealand Ballet, diretto da Francesco Ventriglia. La serata era dedicata alla memoria del marchese Giuseppe Roi, mecenate, amico delle arti e sostenitore di Vicenza Danza.

Considerato il simbolo del balletto classico e romantico, Giselle trae ispirazione dal romanzo di Théophile Gautier, su musiche di Adolphe-Charles Adam, e va in scena per la prima volta a Parigi nel 1841 con Carlotta Grisi come prima interprete assoluta e con la coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot. Successivamente Marius Petipa riadatta il balletto apportando alcune modifiche dall’originale e la versione di Stiefel-Kobborg per il Royal New Zealand Ballet trae spunto proprio dal rifacimento di Petipa. Le scene sono firmate da Howard Jones, i costumi sono di Natalia Stewart e le luci di Kendall Smith.

Stiefel e Kobborg hanno ripensato la produzione come un flashback nella mente di un Albrecht invecchiato che non può dimenticare il passato a tal punto da tornare per l’ultima volta alla tomba di Giselle ed essere colto e travolto dall’avanzare inesorabile delle villi. Questa volta Albrecht non fugge e con questa immagine cala il sipario. Il famoso passo a due dei contadini è rappresentato da una coppia di giovani sposi che in abito nuziale festeggiano l’evento con il resto del villaggio. Vivace e dinamico il primo atto grazie anche ai diversi disegni coreografici delle danze dei contadini si contrappone giustamente all’atmosfera notturna e magica del secondo, in cui le villi di questa versione, attente agli insiemi e alle linee, sono figure eteree, ma allo stesso tempo volutamente determinate e quasi spietate soprattutto nel finale. La coreografia tende a evidenziare questo aspetto che pure appartiene alla tradizione storica di questi esseri, ma che forse è più velata nelle altre versioni.

La compagnia si dimostra all’altezza tecnica e stilistica richiesta, la Giselle di Mayu Tanigaito introversa e dolce, pulita e accurata tecnicamente non eccede nell’interpretazione drammatica nella scena della pazzia, in cui in questa versione non interagisce molto con il resto dei personaggi, è forse volutamente più intimistica.
Kohei Iwamoto interpreta correttamente il ruolo di Albrecht dal punto di vista narrativo mostrando allo stesso tempo ottime capacità tecniche: brillanti gli entrechat six nel secondo atto. Gli abiti pesanti dalle tinte scure della corte, nel primo atto, creano un giusto contrasto con la leggerezza delle gonne rosse e bronzee delle contadine del villaggio. I costumi completano l’allestimento scenografico che risente del gusto dell’art nouveau specie con la forma degli alberi presenti in entrambi gli atti.
Vicenza rappresenta una delle tappe del tour europeo del Royal New Zealand Ballet, che e' iniziato in Inghilterra con tappa al Royal Opera House Covent Garden di Londra, e termina a Roma il prossimo 3 dicembre all’Auditorium Conciliazione, nell’ambito della “Rassegna Tersicore”, curata da Daniele Cipriani, con il programma misto A Passing Cloud.


Stefania Ballone