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Dreamtime Dance Magazine
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Direttrice Editoriale: Paola Banone Fotografo: Franco Covi
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Editoriale
Dreamtimedancemagazine, redazione nata in una periferia milanese in cui abbiamo la nostra sede operativa. Siamo cresciuti come una redazione giovane, diversa e indipendente, per viaggiare nel mondo della danza e di molto altro, dal balletto al contemporaneo, dal teatrodanza al mixability. Un magazine edito dall'Associazione Culturale Vi.d.A., produttore del Festival Internazionale Dreamtime: danza senza limiti, che della Mixed Abilities Dance ha fatto la sua bandiera. Il magazine si avvale della collaborazione di affermati professionisti, nuove leve, sguardi molteplici sul complesso mondo della danza. Paola Banone, direttrice del festival Dreamtime, coordinatrice del magazine, ricercatrice, da tanti anni compie un lavoro mirato sul mixability e sulla relazione tra danza e sociale.
Direttore del magazine è Claudio Arrigoni, giornalista sportivo e commentatore dello sport paralimpico per Rai e Sky; testimonial dell'intera operazione è Anna Maria Prina, ex direttrice per 32 anni Scuola di ballo del Teatro alla Scala, personalità di spicco della danza italiana, coinvolta dal settembre 2011 nel lavoro con la Cie MixAbility Dreamtime.
25/09/2012
Festivals-Italy

Meglio cambiare no?

Ecco perchè torna Dreamtime 22/09/2012

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Se Meyerhold fosse ancora in vita, il 22 settembre partirebbe da Mosca per andare dritto al Teatro Elfo Puccini di Milano. Lui che sosteneva la recitazione biomeccanica e che aveva interesse più per la fisiologia che per l’ispirazione, sarebbe senz’altro qui, ad assistere all’ouverture di “Dreamtime: danza senza limiti” per avere l’ennesima riprova di come il corpo (e ognuno a modo suo, ndr) possa esprimere l’arte. Abili, disabili, affetti da diversi gradi di disabilità e da altrettanti di abilità sono i protagonisti assoluti della quinta edizione del festival, organizzata dall’associazione “Viaggiatori dell’Anima”: un incontro per danzare, per applaudire, per assistere a proposte di repertorio (qualcuna di successo e qualcun’altra non ancora) e per arrendersi di fronte alla forza della comunicazione che scende dal palco e colpisce lo spettatore come un bersaglio, saggiandone sensibilità e ironia. La prima coreografia della serata catapulta immediatamente la platea in medias res: è “Corpo fechado, corpo aberto” della Cie M.A.D – Compagnia MixAbility Dreamtime, presentato in anteprima nazionale, dopo il debutto ad Avignone e la replica a Londra, durante le Olimpiadi di quest’anno. L’interpretazione sta nel punto di vista, che cambia a discrezione degli occhi di chi osserva e di come s’intende leggere quell’attimo: chiuso o aperto? Con più, meno o semplicemente con altre possibilità? Molto simile il messaggio interlocutorio della seconda variazione , “La donna”, interpretata da due artiste a baluardo del gentil (e fortissimo) sesso. La conclusione da cui trarre una morale? Non c’è. Thanks God. La prima ballerina scaligera Sabrina Brazzo è la protagonista dell’assolo “Steel” con la coreografia di Gianluca Schiavoni. Danza classica e contemporanea si passano il testimone dalle mani (e nei petits changements de pieds) dell’étoile Marco Pierin e della prima ballerina Gilda Gelati a quelle di Michela Lucenti, del Balletto Civile e della Compagnia Bellanda, che porta “né di più né di meno”, spettacolo vincitore del premio per la migliore coreografia a Cortoindanza 2012 e terzo classificato a Danz'è al Festival Oriente Occidente di Rovereto. «Anche quest’anno saluto con entusiasmo il ritorno di Dreamtime che ancora una volta riesce a mettere in risalto quella che è l'essenza della danza. Un’arte che esprime emozioni, che esalta l’umanità e la sensibilità di chi la pratica e di chi ne gode. Dobbiamo ripensare il nostro modo di guardare le cose, imparare a vedere oltre le barriere, quelli che venivano considerati limiti si dimostrano in realtà risorse preziose, fonte di nuove ispirazioni, di nuove prospettive da cui guardare il mondo e chi ci sta intorno» sono le parole di Roberto Bolle, fervido sostenitore di Dreamtime. Oltre allo spettacolo coreutico, il festival comprende un workshop di due ore intitolato “Costruire coreografie col gruppo mixability”, tenuto da Paola Banone, segretaria International Dance Committee IDC-ITI Unesco, e dalla coreografa Carla Vendramin, poi una mostra fotografica di Franco Covi a tema “Danza e cibo, energia della vita” e infine un abstract video delle coreografie proposte. Nessuna seconda data, quindi nemmeno una speranza per i ritardatari. Nemmeno se si chiamano Meyerhold. Si ringrazia per la concessione delle foto il fotografo Franco Covi. Autore anche della Mostra "Danza e Cibo: energia per la vita".

Marianna Peluso